Nomi per gatti maschi

Scritto da Emmi Hauser
nomi gatti maschi

La funzione del nome, per un gatto domestico, è molto importante e non va sottovalutata.

Stai per adottare un gattino e sei ancora indeciso sul nome da dargli? In effetti, non si tratta di un dettaglio di poco conto, visto che i nostri aMici sono perfettamente in grado di capire quando li chiamiamo, un po’ come fanno i cani. Scopriamo insieme perché è così importante scegliere il nome giusto e quali sono i più nuovi e originali.

Il gatto capisce il suo nome?

Come sappiamo, per tanto tempo si è creduto che i gatti non riconoscessero il loro nome e che anzi, a differenza dei cani, non fossero in grado di comprendere le parole che siamo soliti utilizzare con loro. Si pensava comunicassero solo con il corpo, principalmente con i movimenti della coda.

In realtà le cose stanno un po’ diversamente. Se è vero che i gatti usano la voce, e quindi miagolii e versi, soltanto per rivolgersi ai gattini e a noi umani (in pratica, ci considerano alla stregua di animali bisognosi di supporto, a livello di comunicazione), è altrettanto vero che non sono disinteressati alle nostre parole. Anzi.

Un famoso studio francese sul comportamento animale e la comunicazione felina (Università di Parigi-Nanterre, 2023) ha dimostrato che i gatti domestici sono capaci di riconoscere un nutrito elenco di parole, selezionandole tra quelle che utilizziamo quando ci rivolgiamo a loro.

Lo studio dimostra anche che le reazioni dei nostri aMici cambiano in base alle parole che diciamo e che sono capaci di capire quando ci stiamo rivolgendo a loro oppure a qualche altro componente della famiglia. Ascoltatori attenti, quindi, tutt’altro che incapaci di capire.

Questo è possibile per diverse ragioni, a cominciare dal fatto che noi utilizziamo un tono di voce diverso, quando ci rivolgiamo ai gatti, e che i nostri amici felini hanno un udito eccezionalmente raffinato. Quindi, il classico gatto di casa capisce il suo nome, e non solo quello.

Ovviamente, è bene specificare che stiamo parlando del gatto indoor, perché questo livello di competenza, in fatto di comunicazione, è possibile soltanto se i nostri aMici entrano in relazione con uno o più esseri umani per un certo lasso di tempo. I gatti randagi, ad esempio, sono meno competenti sul piano della relazione con le persone, per un’ovvia ragione di scarsa familiarità.

Come dare i nomi ai gatti?

Una volta chiarito che i nostri amici di zampa riconoscono il loro nome, non resta che sceglierlo! Ovviamente ci si può sbizzarrire e farsi ispirare praticamente da tutto e tutti, anche se vale la pena soffermarci un attimo sulla funzione del nome, nella vita dei nostri amici felini.

Visto che il nome serve per chiamare il gatto e per fargli capire che ci stiamo rivolgendo a lui, dovrebbe avere queste caratteristiche:

  • Essere breve
  • Essere chiaro, facile da capire
  • Avere una o due vocali, su cui appoggiare la voce
  • Essere diverso da quello degli altri membri della famiglia
  • Essere diverso da altre parole che usi spesso
  • Essere uno solo, usato da tutta la famiglia

Quasi inevitabilmente, vivendo insieme ad un micio, si iniziano ad usare nomignoli e vezzeggiativi, spesso storpiando il suo nome “ufficiale”. C’è chi si domanda se non sia meglio evitare, per non mandare in confusione i nostri amici di zampa.

In realtà i gatti imparano piuttosto rapidamente a riconoscere anche le varianti del loro nome, soprattutto quando sono già concentrati su di noi, ad esempio perché è il momento di riempire la loro ciotola o perché sono in cerca di coccole, oppure ancora perché vorrebbero che capissimo che dobbiamo aprire la porta del giardino o della terrazza per lasciarli uscire.

Di conseguenza, nulla vieta di usare anche i vezzeggiativi, quando ci rivolgiamo ai nostri aMici felini: purché assomiglino al loro nome ufficiale e non si crei confusione. Noci possiamo aspettare che il nostro pet capisca al volo che lo stiamo chiamando se, in famiglia, ha nomi diversi a seconda della persona che gli si rivolge.

Per la stessa ragione, è bene fare un distinguo tra il caso del gatto domestico che vive in una famiglia nella quale è l’unico animale, e i mici che invece vivono in gruppo, all’interno di una stessa abitazione.

 

Chiaramente, nel secondo caso il nome riveste un’importanza maggiore, nel senso che ciascun micio lo utilizzerà per capire quando il suo umano si sta rivolgendo direttamente a lui, e non ad uno degli altri gatti di famiglia.

Per questa ragione, è meglio differenziare molto bene i nomi degli animali di casa ed evitare sovrapposizioni o parole che possano suonare in maniera simile. Per fare un esempio, se il tuo micio si chiama Alvin e hai deciso di adottare un altro gatto per fargli compagnia, evita di chiamarlo Marvin o Calvin.

In generale, è bene fare in modo che l’inserimento di un nuovo gatto non causi troppi disagi né confusione, all’interno del gruppo di animali già presenti in famiglia. Una sovrapposizione di nomi infastidirebbe molto il tuo micio e lo renderebbe più probabilmente ostile verso il nuovo arrivato.

dare nome al gatto
Il momento in cui si sceglie il nome per il gatto è sempre il più divertente

Qual è il nome più comune per un gatto (maschio)?

Dando un’occhiata alle diverse anagrafi feline sparse sul territorio italiano, possiamo farci un’idea dei nomi più diffusi, quando si parla di gatti. Rispetto ai nomi per cani maschi, quelli per i mici sembrano essere più fantasiosi: c’è molta varietà e ci si ispira a tante categorie diverse.

Ovviamente, però, esistono i nomignoli preferiti anche tra i “gattofili”, analogamente alle preferenze tra gli appassionati di cani. Ecco dunque un elenco dei nomi per gatti più diffusi in Italia:

  • Micio
  • Romeo
  • Leo
  • Pallino
  • Chicco
  • Oreste
  • Jerry
  • Gigio/Cecio/Gegio
  • Teo/Theo

Molti di questi sono presi direttamente dai cartoni animati: è il caso di Romeo, protagonista degli Aristogatti, di Jerry, il topolino amico di Tom, e di Oreste, il micetto di Alice nel Paese delle Meraviglie.

Altri invece, come Micio, Leo e Teo, sono più classici e fanno riferimento alla tradizione italiana dei nomi e soprannomi per animali domestici.

Una curiosità su Romeo: il vivace gattino di Alice nel Paese delle Meraviglie, nel romanzo di L. Carroll in realtà è femmina e si chiama Dinah. In fase di doppiaggio, in Italia si è deciso di cambiargli nome e genere per consentire un gioco di parole che diversamente si sarebbe perso, traducendo dall’inglese.

Come chiamare un gatto maschio?

Rispetto ai cani, è meno frequente che si tragga ispirazione dall’epica o dalla mitologia classica, per decidere come chiamare il proprio gatto: forse perché ce ne sono meno di famosi e leggendari come Argo (il cane di Odisseo) o Lelapo (il cane di Zeus).

In compenso, ne esistono tantissimi nel mondo dei cartoni animati e dei fumetti, oltre che dei film e dei romanzi di tutte le letterature. Se sei ancora indeciso e non sai che nome dare al tuo micetto, puoi decidere innanzitutto a chi o cosa farti ispirare. Qui alcune possibilità per aiutarti a decidere.

Nomi di gatto ispirati a fumetti e film di animazione        

Dai micetti degli Aristogatti all’affascinante mondo di manga e anime giapponesi, dove praticamente non c’è storia in cui non faccia capolino almeno un gatto, ispirarsi a cartoni animati e fumetti è divertente e si è quasi sicuri di trovare, alla fine, il nome giusto per il proprio micio.

Ecco alcuni dei più famosi gatti maschi tratti da fumetti e film di animazione:

  • Stregatto (sempre Alice nel Paese delle Meraviglie)
  • Bizet (Aristogatti)
  • Rufus (Bianca & Bernie)
  • Matisse (Aristogatti)
  • Figaro (Pinocchio)
  • Jiji (Kiki – Consegne a domicilio)
  • Doraemon
  • Artemis (Sailor Moon)
  • Gatto (Il gatto con gli stivali)
  • Torakiki (Hello Spank)
  • Korin/Karin (Dragon Ball)
  • Sakamoto (My ordinary life)

Nessuno di questi ti convince? Allora puoi cercare ispirazione nei romanzi e nei film più famosi. Gli esempi non mancano di certo.

A proposito del protagonista de Il gatto con gli stivali: centinaia di anni prima dei fratelli Grimm, questo personaggio era già presente nella tradizione indiana ed era un gatto nero, non rosso. Verosimilmente, si trattava di un Gatto Bombay.

Nomi di gatti famosi della letteratura

Anche se sulle prime potresti faticare a citare qualche esempio, in realtà sono tantissimi i romanzi con un gatto come protagonista o come comprimario. Basti pensare a “Il gatto nero”, il racconto di Egar Alan Poe, oppure alla celeberrima “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Sepulveda: non sono pochi, insomma, gli aMici che hanno un ruolo di rilievo nella letteratura.

Ecco allora qualche nome di gatto maschio preso in prestito dalla letteratura (tra parentesi il romanzo da cui è tratto):

  • Zorba (Storia di una gabbianella)
  • Pluto (Il gatto nero)
  • Omero (Omero gatto nero)
  • Behemot (Il maestro e Margherita)
  • Toro (Kafka sulla spiaggia)
  • Casper (Casper, il gatto pendolare)
  • Il Gatto (Le avventure di Pinocchio)
  • Grattastinchi (Harry Potter e il prigioniero di Azkaban)
  • Minnaloushe (il gatto e la luna)

Nomi per gatti maschi orientali

Un’altra possibilità, per scegliere il nome del tuo prossimo aMicio, è quella di lasciarti ispirare dalle origini della sua razza felina. Se hai intenzione di adottare un esemplare di Bobtail Giapponese, ad esempio, o un Gatto Orientale a pelo corto, potresti attingere alla tradizione nipponica dei nomi maschili per gatti.

Ecco qualche esempio tra i più famosi e comuni, in Giappone:

  • Chibi
  • Koko
  • Kai
  • Fuku
  • Mikan
  • Haru
  • Kuma

Ovviamente, le razze feline orientali sono moltissime e non tutte provengono dal Sol Levante. Puoi attingere anche alle tradizione cinese, ad esempio, scegliendo nomi altrettanto belli come Bao, Chen, Dong o Feng.

Nella millenaria cultura asiatica, i nomi hanno spesso una storia e un significato particolarmente affascinante: potresti scoprire che uno di questi descrive alla perfezione l’aspetto il carattere del tuo micetto.

Nomi per gatti maschi in base a razza e carattere

Nel nostro Paese, la maggior parte dei micetti appartiene alla popolarissima categoria dei gatti Soriani, oppure si tratta di un esemplare di Gatto Europeo. Se invece hai scelto un micio di razza, potrebbe già avere un nome: quello datogli dall’allevatore.

Se però non ti piace il nome scritto sul pedigree del tuo micetto, ovviamente puoi sceglierne un altro, magari ispirandoti alla sua razza. Ad esempio, per un gatto nordico come il Siberiano o il Norvegese delle Foreste potresti scegliere nomi scandinavi o russi come Magnus, Rune o Alek, mentre per un esile gatto Thai potresti optare per Jai, Kuko o Hugo.

Alla fine, quello che conta è che il nome piaccia a tutti i componenti della tua famiglia e che si addica alla personalità del tuo gatto: lasciati ispirare dai primi momenti in cui fai la sua conoscenza, e chiamalo con il nome che ti viene in mente d’istinto, accarezzandolo. Sarà sicuramente quello giusto!

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Emmi Hauser

Sono una traduttrice con un passato da insegnante e una grande passione per gli animali, soprattutto per gli aspetti di relazione tra noi e i nostri pet. Negli anni ho adottato cani, gatti, pesci, conigli e persino pulcini: in tutte le fasi più importanti della mia vita c'è sempre stato anche un compagno di zampa, vicino a me, e ho cercato di trasmettere questo amore per gli animali a chiunque mi incontrasse. Qualche anno fa ho adottato due trovatelle: una cagnolina di nome Marge e una gatta di nome Ki. Sono diventate inseparabili, anche se si contendono ancora le cucce di casa, che pure sono moltissime. Con i miei articoli cerco di approfondire gli argomenti più utili e interessanti per chi ha la fortuna di vivere insieme a questi meravigliosi compagni di vita.


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